Brutte notizie arrivano dal mondo dell’olio d’oliva, dopo il maxi sequestro di circa 8 milioni di litri di olio contraffatto.
La Guardia di Finanza ha infatti scoperto una potenziale frode, ai danni dei consumatori, di notevoli dimensioni, ad opera di un’impresa toscana, la quale è risultata essere molto famosa nel mercato industriale, quale fornitore di notevoli quantità di olio ad aziende dai nomi più blasonati, che poi si occupano di marchiarlo e metterlo in commercio.
Il sequestro è scattato dopo il sospetto che, al posto dell’olio etichettato come 100% italiano, fosse, invece, distribuita una miscela che, al 30-40% conteneva olio da Turchia, Spagna e Grecia, nonché olio lampante.
La prima attività dell’operazione è stata quella di cercare di comprendere di che tipo di contraffazione si trattasse, così da poter subito capire se sussisteva un pericolo per la sicurezza alimentare dei consumatori, oppure no. Fatto salvo che l’olio in questione non era, di per sé, pericoloso per la salute, anche se di bassa qualità, l’ispezione delle forze dell’ordine ha portato alla luce, oltre alla frode, anche alcune carte contabili dalle quali risultava una vera e propria contabilità parallela della società, con da una parte i bilanci e le indicazioni chimiche in regola con la legge e, dall’altra, i conti reali e i veri esami chimici relativi a livelli di perossidi ed acidità oltre i limiti consentiti.
Oltre ad essere un possibile pericolo per la salute dei consumatori, i quali si trovano ad usare olio che non rispetta alla lettera le indicazioni legislative, questa tipologia di affari sotterranei comporta anche una forma di concorrenza scorretta, che si concretizza in offerte migliori per i consumatori, al fronte di una minore qualità proposta.
Il magistrato incaricato di occuparsi di questa indagine, il Dr. Natalini, sta cercando di fare luce su questa operazione anche per capire quali aziende abbiano ricevuto l’olio contraffatto così da delineare l’ampiezza della distribuzione fallata.
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