Pubblicato, pochi giorni fa, il documento contenente i criteri di valutazione del rischio fotobiologico delle lampade per illuminazione generale, al fine di allinearsi alle norme riportate nel capo V del Titolo VII del D.lgs. 81/08, in materia di sicurezza dai rischi legati all’illuminazione dei posti di lavoro. Il documento è stato curato da Iole Pinto, Nicola Stacchini e Andrea Bogi, membri del laboratorio Agenti Fisici dell’Asl 7 di Siena, in collaborazione con l’Associazione nazionale che raccogli i produttori di sistemi di illuminazione.
Ricordiamo che il Testo Unico sulla sicurezza, all’art.214, definisce come radiazioni ottiche oggetto del decreto:
• tutte quelle radiazioni elettromagnetiche che hanno una lunghezza d’onda compresa tra 100nm e 1mm,
• laser,
• radiazioni laser,
• radiazioni non coerenti.
Queste onde elettromagnetiche vengono regolamentate così che, l’esposizione alla loro presenza, non crei problemi per la salute del lavoratore, ed è sul datore di lavoro che ricade la responsabilità di misurare e prendere le dovute contromisure per la sicurezza degli ambienti, in cui si svolgono le mansioni operative, così come riporta l’art.181. I processi di valutazione dei rischi, legati agli impianti di illuminazione, devono seguire, obbligatoriamente, le disposizioni della Commissione elettrotecnica internazionale (IEC) e della Commissione internazionale per l’illuminazione (CIE), nonché del Comitato europeo di normazione (CEN).
La mancata analisi dei rischi e messa in sicurezza dei locali comporta, secondo l’art. 216 D.lgs. 81, l’arresto tra i tre e i sei mesi ed una multa pecuniaria, compresa tra 2.500 e 6.400 euro. Proprio per evitare tali pene, il documento pubblicato a Siena, elenca i criteri con cui classificare le lampade, in base al loro rischio fotobiologico e di quelle che, invece, non necessitano di misurazione; inoltre, comprende, utili tabelle per ogni tipologia di lampadine, a cui viene affiancato il livello di pericolo relativo alla luce blu e ai raggi ultravioletti emessi.
Un documento utile per poter mettere in sicurezza gli ambienti di lavoro da rischi che, per loro natura, possono essere considerati di secondaria importanza, ma che, invece, costituiscono un indicatore molto importante del livello di sicurezza sul lavoro di un’impresa.
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