Carne bovina, attenzione agli ormoni

L’analisi della carne bovina per evidenziare la presenza di ormoni è, da molti anni, al centro di un corposo dibattito, sia italiano sia europeo. Nonostante tutti i paesi membri abbiano un considerevole numero di norme che vietano o restringono di molto l’uso di sostanze, come gli ormoni, per il trattamento della carne bovina, ancora oggi ci sono casi di carni trattate con questi composti illegali.

Le principali tipologie di ormoni che vengono utilizzate per la carne bovina sono i cortisonici, i tireostatici e gli ormoni sessuali. Queste sostanze vengono utilizzate perché permettono di avere una maggiore quantità di carne, dato che i muscoli del bovino vengono “gonfiati” dagli ormoni. Il rischio, però, si riversa sui consumatori che, ignari, ingeriscono queste molecole insieme alla carne dell’animale.

I controlli attuali vengono effettuati tramite l’analisi chimica sia del sangue sia delle urine dei bovini, in modo da verificare la presenza di sostanze proibite. Il problema, però, di questo tipo di analisi è che è efficace solo nel giro di 2 o 3 giorni dopo la somministrazione dell’ormone. Superata questa soglia, gli esami non riescono più a evidenziare la presenza di sostanze non permesse dalla legge.

Nel nostro paese, però, si sta cerando di perfezionare una nuova tipologia di analisi, non di tipo chimico ma biologico. Con questi nuovi test sarebbe possibile riscontrare la presenza di ormoni anche dopo 2 o 3 mesi dall’avvenuta somministrazione, rendendo così il controllo della carne bovina molto più efficace e preciso.

Anche se non ci sono dati certi di correlazione tra l’assunzione di ormoni dalla carne e eventuali danni per la salute dei consumatori, è sempre meglio fare in modo di comprare carne di cui si conosce bene la provenienza e la lavorazione. Inoltre, è importante richiedere, se non espressa, la tracciatura della carne presente nei supermercati, anche se, la normativa sulla sicurezza alimentare già obbliga i negozianti ad inserire, nell’etichetta, le informazioni relative alla località di allevamento dell’animale.