Il dibattito sulla forma migliore della segnalazione, sulle etichette alimentari, della presenza di nutrienti potenzialmente pericolosi, per la loro quantità è, da sempre, molto complesso. L’obbligo di segnalare il contenuto dei cibi, ormai codificato e standardizzato in quasi ogni settore alimentare, non ha, però, soffocato le discussioni sul migliore modo di indicare sia la presenza sia la quantità di sostanza, come i grassi e gli zuccheri, che possono, in quantità eccessive, risultare dannosi per la nostra sicurezza alimentare. Il legislatore si è dovuto, spesso, confrontare con le case produttrici, le quali, spesso hanno spinto per una legislazione, in fatto di etichettatura dei prodotti alimentare, maggiormente flessibile e non eccessivamente vincolante.
L’ultimo caso, in ordine temporale, che ha risollevato la questione, arriva dal Regno Unito, dove, un nuova norma, imporrà per le etichette alimentare alcune novità davvero interessanti. La prima cosa sono tre bollini: verde, giallo e rosso. Questi bollini dovranno essere chiaramente visibili sulle etichette dei prodotti, al fine di rendere maggiormente intuitiva la selezione dei cibi, da parte dei consumatori. Naturalmente, il colore verde si riferirà a cibi con pochi grassi e pochi zuccheri; il colore giallo sarà utilizzato dai cibi che contengono valori medi delle due sostanze; il colore rosso sarà utilizzato per quei cibi che contengono alte quantità di grassi e zuccheri aggiunti. Inoltre, dovranno essere specificati, accanto alla quantità di grassi, zuccheri ed altre sostanze, la quantità giornaliera consigliata.
Questo sistema di etichettatura, in realtà, era stato già utilizzato, per iniziativa privata, da alcune catene di supermercati e di ristoranti al fine di rendere più facile, per i propri clienti, l’identificazione dei cibi più adatti alle loro esigenze. Visto il successo di queste iniziative private il Ministero della Salute Britannico ha deciso di allargare questa modalità di etichettatura a tutte le imprese, a partire dalla metà del 2013. Un ottima notizia per i consumatori britannici. In Italia vedremo se verrà seguito questo esempio.
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