La prevenzione antiincendio è una pratica che richiede conoscenze specifiche e un’attenta pianificazione a monte. Difatti, ogni impresa, deve pianificare il proprio piano di sicurezza antincendio già prima dell’inizio della sua attività, così da evitare che eventuali rischi si tramutino in eventi dannosi per i lavoratori. Conoscere i rischi legati al fuoco e agli incendi vuol dire, anche, conoscere le motivazioni legate allo scoppio di un incendio e le tecniche migliori per fermarlo, prima che crei danni maggiori.
Il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, il Decreto Legislativo 81/08, stabilisce una classificazione delle varie tipologie di fuochi e le distingue nel seguente elenco:
• Classe A – Combustibili solidi, come legna, carta, etc. Questa tipologia di fuoco è determinata dal volume dell’oggetto incendiato, cioè dalla massa consumata dalle fiamme, che si trasforma in calore e luce, con poca dispersione di fiamma. L’adeguata azione estinguente prevede l’uso di sostanze come acqua o polveri, che eliminino l’ossigeno presente nell’area del fuoco, così da estinguerlo.
• Classe B – Liquidi, come idrocarburi, alcool, etc. Questa tipologie di fuoco è pericolosa per il fatto che le sostanze incendiate hanno un volume proprio ma, non una forma stabilita, per cui possono espandersi molto facilmente e velocemente elle zone limitrofe. L’azione estinguente richiede il raffreddamento dei liquidi, il loro contenimento e la separazione dell’ossigeno, tramite schiume di Co2 e polveri.
• Classe C – Gas, come metano, butano, propano, etc. Queste sostanze sono ancora più pericolose dei liquidi perché, a contatto con l’aria, possono generare esplosioni. La procedura prevede la loro separazione dall’ossigeno, tramite schiume e polveri, oltre che, naturalmente, il loro contenimento.
• Classe D – Metalli, come potassio, magnesio, etc. Queste sostanze possono entrare in combustione con alcune sostanze estinguenti, come l’acqua, creando esplosioni e fiamme. Devono essere spenti solo con l’utilizzo di schiume e CO2.
• Classe E – Elementi elettrici. Questa categoria, non esplicitata nel decreto, prevede l’incendio di materiale elettrico, come le cabine elettriche, le quali vanno spente solo con le schiume e mai con l’acqua.
Per evitare che simili incendi si inneschino e propaghino nei luoghi di lavoro, il datore di lavoro ha l’obbligo di monitorare e minimizzare le fonti di rischio di incendio presenti all’interno della sua impresa, anche attraverso pratiche di corretta manutenzione periodica. La collaborazione dei lavoratori deriva da una approfondita informazione e formazione sui pericoli dei fuochi e sulla tenuta di comportamenti atti ad evitare rischi d’incendio.
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